Perdono senza sacerdote? Il Papa ricorda come riceverlo.

La Chiesa offre sempre la possibilità di riconciliarsi con Dio a tutti coloro che lo desiderano, che sono in ricerca, in attesa o che comunque si rendono conto della loro condizione e avvertono il bisogno di essere accolti, amati, perdonati. In questi tempi di emergenza a causa della pandemia, con le persone gravemente ammalate e isolate nei reparti di terapia intensiva, come pure per le famiglie alle quali viene chiesto di rimanere in casa per evitare il diffondersi del contagio, è utile far tornare alla memoria a tutti la ricchezza della tradizione. Lo ha fatto Francesco durante l’omelia della Messa a Santa Marta del 20 marzo scorso.

«Io so che tanti di voi, per Pasqua – ha detto il Papa – andate a fare la confessione per ritrovarvi con Dio. Ma, tanti mi diranno oggi: “Ma, padre, dove posso trovare un sacerdote, un confessore, perché non si può uscire da casa? E io voglio fare la pace con il Signore, io voglio che Lui mi abbracci, che il mio papà mi abbracci… Come posso fare se non trovo sacerdoti?” Tu fai quello che dice il Catechismo»«È molto chiaro: se tu non trovi un sacerdote per confessarti parla con Dio, è tuo Padre, e digli la verità: “Signore ho combinato questo, questo, questo… Scusami”, e chiedigli perdono con tutto il cuore, con l’Atto di Dolore e promettigli: “Dopo mi confesserò, ma perdonami adesso”. E subito, tornerai alla grazia di Dio. Tu stesso puoi avvicinarti, come ci insegna il Catechismo, al perdono di Dio senza avere alla mano un sacerdote. Pensate voi: è il momento!  E questo è il momento giusto, il momento opportuno. Un Atto di Dolore ben fatto, e così la nostra anima diventerà bianca come la neve».

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