“…per dare sollievo nel malritmo battente di una furia epidemica che ha solo precedenti simbolici e si è fatta reale, invisibile uccisore” (GuidoCeronetti) |
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Inaridita la terra,
protende la bocca:
implacabile il cielo di sopra.
– Signore, scenda la pioggia,
che aiuti nei beni del tempo
ad ambir con fiducia gli eterni.
– Ecco cade, nel silenzio, una goccia:
qua, là, crepita l’acqua:
ora scroscia sonora,
su alberi in fiore, patiti,
e zolle in malati germogli:
ovunque giunge, s’intende: si estende
la fecondazione gioiosa.
In poco volgere d’ora
l’arido aspetto d’ogni cosa,
il grigio no della morte si sperde
nel sovrano sì della vita
fra trilli d’uccelli e fremiti e fruscii:
fresca appare la quiete del verde:
al Creatore amante tutto s’intona.
O Gesù, aver sete,
anelarti così!
O anima, alla grazia
del Suo amor che si dona,
così, anima, indiata, ringrazia.
Clemente Rebora, Canti dell’infermità
Gv 7,37-39: Dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva
“Ma come può divenire nostro, oggi, l’evento pasquale, che ha avuto luogo una volta per tutte? Grazie a colui che fin dall’origine e nella pienezza dei tempi ne è l’artefice: lo Spirito santo. Egli è la novità che opera nel mondo, è la presenza di Dio con noi e si «unisce al nostro spirito» (Rm 8,16); senza di lui, Dio è lontano, Cristo resta nel passato, l’evangelo è lettera morta, la chiesa una semplice organizzazione, l’autorità dominio, la missione propaganda, il culto una mera evocazione e la condotta cristiana una morale da schiavi.
Ma in lui e in una sinergia indissociabile, il cosmo viene sollevato e geme nel travaglio del regno, l’uomo è in lotta contro «la carne», Cristo risorto è presente, l’evangelo è potenza di vita, la chiesa significa comunione trinitaria, l’autorità è un servizio liberante, la missione è una pentecoste, la liturgia è memoriale e anticipazione, l’agire umano viene deificato” (Ignazio di Laodicea).