IL 7 GIUGNO LE MESSE CON IL POPOLO

Pubblicato giorno 23 maggio 2020 - Home Page

Carissimi parrocchiani,

come sapete, a partire dal giorno 18, sulla base del protocollo stilato dalla Conferenza Episcopale Italiana e dal Ministero dell’Interno, è possibile ritornare a celebrare l’Eucaristia con il popolo. Tale indicazione è riaffermata anche dal nostro Vescovo, attraverso la lettera del Vicario generale che abbiamo già pubblicato su questo sito. Questo sempre ottemperando alle necessarie misure di sicurezza, nel rispetto della normativa e delle necessarie misure di contenimento dell’emergenza epidemiologica da COVID 19. In questo senso, lo stesso vicario rimarcava come fosse necessario adottare una strategia atta a confrontarsi costantemente con le indicazioni che giungono dal governo, in relazione all’andamento del contagio. Il principio di precauzione è stato dunque il criterio principale che ha guidato la riflessione portata avanti congiuntamente in queste settimane da tutte le parrocchie della Vicaria e che ci ha condotto, anche attraverso il confronto all’interno del Consiglio Pastorale [QUI le conclusioni, che sono già state rese pubbliche], a prendere la decisione, in tutta la Valtriversa, di non incominciare a celebrare con il popolo prima di domenica 7 giugno. Anche la scelta di coinvolgere il più possibile i fedeli nel confronto è stata, a nostro avviso, una modalità rispettosa, in un momento in cui da parte di molti rimane ovviamente vivo un senso di preoccupazione se non di paura. Siamo consapevoli che molti avrebbero desiderato di poter tornare subito a celebrare con la comunità e a comunicarsi al Corpo del Signore, consapevoli che nell’Eucaristia possiamo fare esperienza di quella forza immensa che ci viene dallo Spirito del Risorto: chiediamo a loro di pazientare ancora un po’, con riguardo alle sensibilità di tutti.

Vorrei ancora sottolineare, tra le indicazioni già espresse dal vicario, questi due punti:

  • “Trattandosi di una prima ripresa non c’è ancora per nessuno l’obbligo morale (precetto) di partecipare alla messa domenicale“.
  • “Le persone più anziane e fragili siano invitate con delicatezza ad essere molto prudenti. Per loro è più opportuno aspettare ancora prima di venire in chiesa”.

Ho già accennato ai motivi di prudenza, condivisi con alcuni sindaci della Valtriversa, che nascono dal desiderio di mettere al primo posto le esigenze di salvaguardia della salute delle persone. A riguardo, mi permetto di rimandare semplicemente alle riflessioni di don Marco Andina che avevamo pubblicato nelle scorse settimane (QUI il suo articolo).

Vorrei ancora rivolgervi due inviti:

  1. In questi giorni ci troveremo ancora per precisare le modalità di ripresa delle celebrazioni nelle singole parrocchie (potremo celebrare ovunque? celebreremo in chiesa o all’aperto? dovremo immaginare orari differenti da quelli consueti? ecc.): in funzione di un’organizzazione abbastanza complessa, in vista di celebrazioni che dovranno comunque attenersi scrupolosamente alle misure di sicurezza stabilite dal Protocollo, che tiene in forte considerazione la distanza, le protezioni, lo scaglionamento e il controllo, sarà richiesto un gran numero di collaboratori per il servizio di volontariato nella logistica e nell’igienizzazione. Tenendo conto anche delle maggiori precauzioni a cui devono attenersi le persone di una certa età, che solitamente offrono con grande generosità il loro aiuto nella conduzione delle attività parrocchiali, rivolgo un appello a tutte quelle persone che si sentono di dare un contributo volontario in questa fase per l’organizzazione, l’informazione e la gestione delle celebrazioni. Potete segnalare la vostra disponibilità, che apprezzerò come una concreta forma di comunione, all’indirizzo email 6parrocchie@gmail.com oppure al mio numero di telefono 389 8416624.
  2. Proprio le pur necessarie, e a volte pesanti, misure di prevenzione cui siamo tenuti per il bene comune, mi suggeriscono un’altra riflessione e un altro invito. Si avverte il rischio reale che queste misure, necessarie e giustamente obbligatorie, penalizzino l’esperienza profonda della partecipazione all’Eucarestia, dando all’assemblea liturgica una forma molto diversa da quella cui eravamo abituati. A cominciare dal fatto che non a tutti sarà possibile riprendere a partecipare alle Celebrazioni eucaristiche: pensiamo alle persone anziane che continuano ad essere la categoria a maggior rischio, o ai bambini costretti per tutto il tempo della celebrazione a stare immobili, senza salutare gli amici, senza un coro che li aiuti a cantare… Forse altri non se la sentiranno in coscienza di partecipare a Messe le cui limitazioni oscurano il senso comunitario della celebrazione, limitando “quella piena, consapevole e attiva partecipazione alle celebrazioni liturgiche, che è richiesta dalla natura stessa della liturgia e alla quale il popolo cristiano, «stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo acquistato» (1 Pt 2,9; cfr 2,4-5), ha diritto e dovere in forza del battesimo” (Sacrosanctum Concilium, 14). È dunque di vitale importanza vivere questo momento senza perdere nulla della bellezza dell’Eucaristia. Per questo è giusto che ci concediamo queste due ulteriori settimane per organizzare al meglio anche l’animazione liturgica delle celebrazioni. È questo il secondo appello che vi rivolgo: non bastano volontari per il servizio d’ordine (pur indispensabili), servono anche persone che si impegnino a studiare modalità celebrative nuove, con quella sapienza pastorale e con quella sensibilità liturgica che ci consentirà di valorizzare al meglio le possibilità offerte, pur nei limiti delle circostanze.

In attesa di poterci di nuovo incontrare,

don Luca