6 PARROCCHIE IN FASE 2, IN ATTESA DI ARRIVARE ALLA FASE 6.

Pubblicato giorno 13 maggio 2020 - Home Page

Carissimi,

abbiamo vissuto questi ultimi giorni con sentimenti contrastanti: da un lato la giusta soddisfazione nel vedere i numeri dell’epidemia ridursi progressivamente e l’inaugurazione della cosiddetta “fase 2”, che apre alla possibilità di ripresa per alcune attività (soddisfazione che, in taluni casi, si è trasformata in un eccesso di euforia per qualcuno che si è “lasciato andare” un po’ troppo); dall’altro lato un misto di preoccupazione e di senso di responsabilità, consapevoli che gli sforzi messi in atto con grande serietà nella prima fase per applicare le misure di prevenzione dovranno continuare, pur con modalità differenti. E questo vale anche per la Chiesa: il fatto di poter ritornare a celebrare in Chiesa a cominciare da domenica 24 non significa evidentemente aver risolto automaticamente tutti i problemi.

Vi confesso che, avendo sentito numerosi parroci in questi giorni, tutti avrebbero volentieri ritardato ancora un po’ la ripresa, in attesa di definire meglio le procedure da mettere in atto, ma i comunicati fatti da Roma hanno un po’ costretto “a forzare i tempi” di una ripartenza che non potrà voler dire “tornare a quanto si faceva prima”, non solo perché oggi le condizioni non lo permetterebbero ancora, ma anche perché, per la Chiesa come per il resto della società, “nulla sarà più come prima”. Non una consuetudine da riprendere, dunque, ma una rinascita da vivere con una motivazione più convinta, che aiuti a ritrovare nell’Eucaristia «la fonte e il culmine» della vita cristiana (come insegnava già il Concilio Vaticano II). Non solo “la fonte”, ma anche “il culmine”, il punto di arrivo, di una vita cristiana che si gioca anzitutto “in famiglia”, come abbiamo sperimentato in questi due mesi.

Sempre nel segno dell’assunzione di responsabilità verso il bene comune, e in ascolto costante di quanto dice la scienza e di quanto dicono le istituzioni, come si è fatto in questi mesi in cui non si è celebrato con la comunità, la sfida ora è guardare avanti (torno a ripetere, non “guardare indietro”, a come si faceva prima). Aprire la via al futuro coniugando creatività e realismo, intraprendenza e senso di responsabilità. E tutto questo camminando insieme, per rilanciare e rinnovare la missione della Chiesa in questo tempo di prova. Come non ricordare le parole di papa Francesco, durante la preghiera in piazza san Pietro che ha commosso il mondo? «Siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa. Ci siamo trovati su una stessa barca fragili e disorientati, ma allo stesso tempo importanti e necessari, chiamati a remare insieme e a confortarci a vicenda. Su questa barca ci siamo tutti. E ci siamo accorti che non possiamo andare avanti ciascuno per conto suo. Ma solo insieme. Nessuno si salva da solo».

Dunque c’è bisogno di tutti, non tanto per igienizzare le chiese (di quello mi posso anche preoccupare io), ma per ripensare la vita delle nostre comunità con uno sforzo di immaginazione. E giusto perché capiate che è necessario dare oggi il proprio contributo di riflessione e di proposta, e per non fare troppa “poesia”, allora vi dico chiaro – ho parlato solo ieri con il vescovo e con i vicari – che il futuro delle Messe (non nei prossimi mesi, ma nei prossimi anni) per le singole parrocchie dipenderà in gran parte da quello che decidiamo oggi.

Vi invito dunque a lanciare idee e proposte su diversi ambiti ecclesiali, così come vi sarà suggerito di volta in volta: si tratterà di decidere in breve tempo come riavviare le celebrazioni con il popolo (in chiesa?), perché abbiamo la scadenza del 24 maggio (Maria Ausiliatrice ci accompagni!), ma dovremo anche confrontarci sulla riapertura degli oratori (abbiamo già costretto i nostri bambini a troppe settimane di distacco dagli amici), dovremo interrogarci su come esprimere l’attenzione caritativa nei confronti di tutte quelle forme di povertà e di sofferenza che l’epidemia si porterà dietro, dovremo soprattutto non disperdere quel “patrimonio” di esperienze e di interrogativi che questi due mesi hanno sollecitato riguardo all’essere “chiesa in famiglia”.

Qui potranno essere presentate le proposte: invia a 6parrocchie@gmail.com. I suggerimenti raccolti saranno approfonditi con il Consiglio Pastorale e, per quanto attiene ad esse, con le Amministrazioni Comunali.
A brevissimo troverete sul sito una pagina dedicata al confronto e vi avviseremo per email appena disponibile. Vi invitiamo anche a farvi promotori verso tutti i parrocchiani di questa consultazione e a fare da portaparola per chi non potesse avere accesso alla rete.

don Luca

P.S.

Qui potete leggere la lettera del vicario inviata a tutte le parrocchie, contenente le precisazioni del vescovo Marco per la nostra diocesi, ad integrazione delle disposizioni già contenute nel protocollo definito tra la CEI e il Ministero dell’Interno. Ci sarà certo ampio margine di discrezionalità, perché le realtà dei vari paesi e della città sono molto diverse tra loro, e questo richiede pertanto un impegno di riflessione da parte di tutti per applicare al meglio le disposizioni nel nostro contesto: ecco perché vi invito caldamente a inoltrare questo mio comunicato ai vostri conoscenti o a stamparlo e consegnarlo loro (qui la versione in formato pdf). Invito voi e loro a incominciare a riflettere e ad esprimervi innanzitutto su questi argomenti:

0. Qualcuno suggerisce che sia più prudente aspettare ancora un po’ e concederci qualche settimana in più per organizzare bene le cose. Voi che cosa ne pensate?

1. Se si dovesse cominciare il 24, meglio celebrare in chiesa o all’aperto, al fine di garantire una partecipazione buona e insieme rispettosa delle misure di precauzione e igienizzazione indicate nel protocollo? Ritenete che in tutte le chiese sia possibile garantire quanto prescritto dal protocollo?

2. È consigliabile qualche modalità di prenotazione al fine di evitare di dover respingere alla porta le persone una volta raggiunto il numero massimo consentito?

3. Riguardo ai funerali e alle Messe di trigesima, quali ritenete possano essere le maggiori problematicità, e come pensate si possa ovviare ad esse?

Se desiderate rimanere aggiornati, inviate un’email a:

6parrocchie@gmail.com

indicando come soggetto: “6 PARROCCHIE IN FASE 2”