Siamo fragili, spariamo Poesia – n.8

Pubblicato giorno 25 aprile 2020 - Home Page

 

“…per dare sollievo nel malritmo battente di una furia epidemica che ha solo precedenti simbolici e si è fatta reale, invisibile uccisore” (Guido Ceronetti)

 
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Tu mi cammini a fianco,
Signore. Orma non lascia in terra il tuo
passo. Non vedo Te: sento e respiro
la tua presenza in ogni filo d’erba,
in ogni atomo d’aria che mi nutre.
Per la rédola scura in mezzo ai prati
alla chiesa del borgo
Tu mi conduci, mentre arde il tramonto
dietro la torre campanaria. Tutto
nella mia vita arse e si spense, come
quel rogo ch’or divampa ad occidente
e fra poco sarà cenere ed ombra:
solo m’è salva questa purità
d’infanzia che risale, intatta, il corso
degli anni per la gioia
di ritrovarti. Non abbandonarmi
più. Fino a quando l’ultima mia notte
(fosse stanotte!) non discenda, colma
solo di Te dalle rugiade agli astri;
e me trasmuti in goccia di rugiada
per la tua sete, e in luce
d’astro per la tua gloria.

Ada Negri, Fons Amoris


 

Lc 24,13-35: dove riconoscere i passi del Risorto?

Dio rimane invisibile, eppure si può «sentirne e respirarne la presenza» non solo entrando nella quiete in penombra di una chiesa, ma anche inoltrandosi nel grande tempio della vita. L’immagine delle orme non impresse nel terreno sembra evocare il Salmo 77, 20: «Sul mare passava la tua via, i tuoi sentieri sulle grandi acque, ma le tue orme rimasero invisibili». Anche il Cristo risorto è al nostro fianco, ne sentiamo talora il respiro e il calore, eppure egli ci sfugge quando vogliamo verificarlo, piegarlo alla nostra volontà. È questo il misterioso segreto della fede, fatto di vicinanza e di silenzio, di luce e di tenebra