Oggi ho ricevuto una telefonata.
È sempre bello quando qualcuno ti chiama,
ti senti cercato, amato, voluto.
In questo tempo poi,
se non avessimo il telefono
per sentire gli amici o i parenti lontani…
Che grandi opere, Signore,
sono capaci di fare gli uomini!
Addirittura ci possiamo vedere a distanza…
grazie alle nuove tecnologie.
In questi giorni è bello vedere sullo schermo
persino i professori:
è come se, con la scuola,
potessimo ritrovare anche i compagni, gli amici,
le persone importanti per noi;
perché è poi questo che conta davvero.
C’è proprio da esser felici
per le meraviglie che la scienza e la tecnica
mettono a nostra disposizione.
Eppure, c’è qualcosa che non va…
Ci vediamo al telefono in tempo reale
e spediamo messaggi in un secondo
dall’altra parte del mondo.
Però quando le persone ci sono vicine davvero
qualche volta sembra che facciamo
una fatica enorme a comunicare,
con i genitori, con i fratelli, con i nonni…
siamo impazienti, siamo testardi, siamo nervosi,
vogliamo sempre aver ragione noi,
non siamo capaci di ascoltare
quello che gli altri ci vogliono dire.
Ma persino viene da pensare
che quando questa storia sarà finita
qualche volta rimpiangerò il telefonino:
basta silenziare la suoneria
quando non hai voglia di ascoltare,
basta non rispondere
quando non hai voglia di parlare con qualcuno;
e invece quando è lì davanti a te,
quando ha bisogno di te…
come puoi nasconderti?
Signore, la scienza e la tecnica
fanno cose prodigiose,
ma noi abbiamo anche bisogno
di nuove invenzioni che scaldano il cuore
e non soltanto la testa.
Siamo diventati bravissimi con le videochiamate,
ma ora dobbiamo diventare esperti
nella scienza del Vangelo,
quella che ci insegna che
“c’è più gioia nel dare che nel ricevere”.
I ragazzi del post-Cresima