Il post dei ragazzi del post-cresima

Pubblicato giorno 31 marzo 2020 - Home Page

In attesa di poter avere un dialogo con tutti coloro che visitano questo sito, perché possa diventare uno spazio di condivisione e non solo di ascolto, ci hanno pensato i ragazzi del “post-cresima” a fare il primo passo: dopo aver ascoltato la riflessione di domenica scorsa, ci propongono una preghiera e ci rimandano a una poesia.

Ecco dunque la loro preghiera:

Gesù, lo confesso,

non mi piace la Messa in televisione –

beh, ho scoperto che anche al parroco non piace tanto -,

perché davanti allo schermo si è solo spettatori,

è come guardare certi programmi sul divano…

che poi uno si addormenta!

E poi, la Messa non è uno spettacolo da guardare…

Io una cosa credo di averla capita:

i tuoi programmi, Gesù, non prevedono spettatori,

ma solo protagonisti.

E anche la Messa è così:

in chiesa posso cantare, posso servire all’altare,

posso leggere, raccogliere le offerte…

in chiesa incontro gli amici

(mi diverto anche),

scambio la pace con i miei genitori

(che, ogni tanto, ci vuole proprio!),

guardo la fede grande delle persone anziane…

e questo mi aiuta molto:

perché non è sempre facile aver fede.

Quando muore una persona cara, per esempio,

oppure una persona giovane,

ci viene facile dire: perché, Signore?

molto meno, trovare delle risposte.

é come se morisse una parte di noi…

é vero, tu ci ha rassicurato:

“Io sono la risurrezione e la vita,

chi vive e crede in me, anche se morto, vivrà”.

Ma quando sono da solo,

e mi si stringe il cuore,

faccio fatica a dire: Io credo, Signore.

Quando invece siamo in tanti, in chiesa,

riesco persino a recitare tutto il Credo di fila,

come se lo avessi imparato a memoria!

Gesù, ti prego,

fa’ che possa sentirti sempre vicino.

Anzi, in questa Pasqua un po’ strana,

in cui non posso incontrarti in chiesa,

fa’ che, guardando qualche volta il crocifisso,

possa sentire quanto è vera

la promessa che ci hai fatto:

“Io quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me”:

sarà il tuo amore crocifisso a stringermi a sé…

…anche se adesso sono grande,

qualche volta ho ancora bisogno di sentirmi abbracciare!

E questa è la poesia, da cui abbiamo preso un verso che ci ha accompagnato nella riflessione in questi giorni: “Ogni morte ci fa soffrire un po’, perché siamo tutti partecipi di una stessa umanità: è come se una parte di noi se ne andasse, quando muore qualcuno”.

 

Nessun uomo è un’isola

John Donne, Meditazione XVII, 1624

 

Nessun uomo è un’isola,

completo in se stesso.

Ogni uomo è un pezzo del Continente,

una parte della Terra.

 

Se anche solo una Zolla viene portata via

dall’onda del Mare,

l’Europa ne sarebbe diminuita,

come se le mancasse un Promontorio,

o una Magione amica o la tua stessa Casa.

 

Ogni morte di un uomo mi diminuisce,

perché io sono parte dell’umanità.

 

E così non chiedere mai

per chi suona la Campana:

essa suona per te.


 

No Man is an Island

 

No man is an island

entire of itself;

every man is a piece of the continent,

a part of the main;

 

if a clod be washed away by the sea,

Europe is the less,

as well as if a promontory were,

as well as any manner of thy friends or of

thine own were;

 

any man’s death diminishes me,

because I am involved in mankind.

 

And therefore never send to know

for whom the bell tolls;

it tolls for thee.